Lugana Doc, stoccaggio del 15% della vendemmia 2020 per il bianco del Garda

Il provvedimento del Consorzio è in attesa dell’avallo di Regione Lombardia e Regione Veneto

Lugana, stoccaggio del 15% della vendemmia 2020

La delibera dell’Assemblea dei 140 soci del Consorzio Lugana dovrà passare all’esame delle Regioni Lombardia e Veneto, per l’ufficializzazione. Ma la proposta è chiara: nell’anno del Covid-19, i produttori della nota Denominazione interregionale Lugana Doc hanno deciso di destinare il 15% della produzione della vendemmia a stoccaggio.

Fra le varie contromisure possibili si è scelta, per dirla con le parole del Consorzio, “la più flessibile“: “Lo stoccaggio, infatti, per natura è reversibile e permetterebbe di svincolare una parte o tutto il vino in un secondo momento, qualora le condizioni di mercato ed il livello delle giacenze lo consentissero”.

Il Consorzio ha quindi scelto una via che “mette l’intera filiera nelle condizioni di gestire con lungimiranza i volumi di prodotto ottenuti dalla prossima vendemmia, cercando di garantire un processo equo di distribuzione e di stabilizzare le dinamiche di mercato”.

L’ente che tutela il grande bianco del lago di Garda ha deciso di affrontare “con decisione” la criticità di un eccesso di potenziale produttivo rispetto alla domanda di mercato, così da “evitare di accentuare gli squilibri già presenti in Filiera”.

“L’Assemblea – sottolinea il presidente Ettore Nicoletto si è espressa in modo netto nella sua sovranità. La nostra priorità resta la difesa del valore, della qualità, del prestigio e della reputazione che la Doc ha costruito nel corso dei decenni, in Italia e all’estero in continuità con i presidenti che mi hanno preceduto”.

Con questa decisione si vuole salvaguardare il futuro del Lugana e per farlo è necessario agire con strumenti e misure di governo dell’offerta, come lo stoccaggio, allo scopo di gestire in maniera coerente i volumi di prodotto, togliere pressione alla filiera ed attenuare il potenziale effetto negativo sui prezzi delle uve e del vino”.

“I provvedimenti deliberati in passato, così come la decisione odierna – continua Nicoletto –  hanno certamente permesso di consolidare il posizionamento del Lugana tra i bianchi italiani di prestigio e indicano con chiarezza la strada da seguire per dare nuovo slancio ai processi di creazione di valore a vantaggio di tutti gli anelli della filiera – dalla vigna alla bottiglia – che solo i vini di pregio, e come tali riconosciuti dal mercato, possono alimentare, con ricadute positive anche su tutto il territorio”.

Il Consorzio aveva introdotto già lo scorso anno provvedimenti virtuosi per ridurre il gap tra giacenze e imbottigliato. “Un percorso – ricorda il direttore Andrea Bottarel – che stava dando i risultati auspicati, grazie anche all’ottima performance del primo bimestre del 2020, che ha poi sfortunatamente subito un nuovo contraccolpo a causa dell’emergenza sanitaria dei mesi di marzo, aprile e maggio”.

Lugana, stoccaggio del 15% della vendemmia 2020

Pur assistendo a una considerevole ripresa della denominazione, che sta dimostrando il proprio potenziale, difficilmente si riuscirà a raggiungere la crescita necessaria a un equilibrio immediato”.

Dal confronto progressivo dell’imbottigliato dei primi 7 mesi del 2020 con l’analogo periodo del 2019, emerge una crescita del 5,8%, con una previsione di chiusura degli imbottigliamenti del 2020 in positivo rispetto al 2019 (per un totale di quasi 23 milioni di bottiglie). “Un caso quasi unico nel panorama italiano”, evidenzia Bottarel.

Ma la forbice di performance fra le varie realtà aziendali è piuttosto ampia, proprio perché la disparità di condizioni tra i diversi canali di distribuzione (Horeca e GDO in primis), che si è venuta a creare durante il lockdown, ha impedito che questa crescita si distribuisse in modo uniforme sia orizzontalmente, sia verticalmente all’interno della filiera.

Lo stoccaggio del 15% è la soluzione raccomandata anche dall’approfondita analisi che il Centro Interdipartimentale per la ricerca in Viticoltura ed Enologia (Cirve) dell’Università di Padova ha condotto negli scorsi mesi e che è stata condivisa con i consorziati prima dell’Assemblea.

La relazione tecnico-economica sullo stato della Doc Lugana ha evidenziato infatti come la Denominazione abbia sperimentato nel nuovo secolo una crescita particolarmente accentuata del suo potenziale produttivo, con le superfici iscritte che si sono di fatto quadruplicate tra il 2000 e il 2018.

La produzione è cresciuta parallelamente: con la vendemmia 2018 è stato raggiunto un massimo pari a quasi 180 mila ettolitri. Ma nel 2019, grazie agli interventi di contenimento dell’offerta, la vendemmia ha dato luogo a una produzione più in linea con la media degli anni precedenti.

Nonostante l’eccellente performance degli imbottigliamenti (che a fine 2019 hanno raggiunto i 21,8 milioni di bottiglie), l’aumento delle vendite non è stato però perfettamente proporzionale alla crescita della produzione.

“L’autocontrollo dell’offerta al mercato finale messo in atto dalla filiera – sottolinea il Consorzio del Lugana – ha per ora consentito di contenere gli effetti negativi sul prezzo della bottiglia, ma appare necessario continuare a porre in atto misure basate sullo stoccaggio amministrativo di una quota della produzione, in attesa di un consolidamento della ripresa”.

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